martedì 5 agosto 2008

Sarajevo




Se la periferia è un susseguirsi di casermoni in stile socialismo reale, il centro storico di Sarajevo, coi suoi minareti, gli orefici, le botteghe di pelletteria e di tappeti, i tavolini all'aperto e l'odore di carne alla brace, ha un'aria decisamente orientale.



Ecco un elenco di quello che mi è piaciuto di più:

  • La facciata della biblioteca nazionale, uno splendido edificio in stile austro-ungarico, incendiato il 25 agosto 1992 con il suo inestimabile patrimonio di manoscritti e documenti antichi – una delle tante cicatrici della guerra che Sarajevo si porta ancora addosso.



  • Il ćevapčići (salsicciotti di carne di agnello servita in pite con cipolla tritata), il burec (torta di carne tritata) e, soprattutto, la zeljanica, ossia la variante vegetariana del burec, con formaggio e bietole (tutti dicono che siano spinaci, ma a me parevano proprio bietole). Tutti e tre i piatti si gustano bevendo yogurt in bicchieri o vasetti di plastica– a me lo yogurt piace anche mettercelo sopra, ma non sono certa che questo comportamento non sia assimilabile a quello di certi americani che condiscono gli spaghetti col ketchup.



Per il ćevapčići consiglio lo storico Željo (in Bravadžiluk bb, in pieno centro pedonale), anche se il servizio è un po' rude e si pratica un serrato turn over; per il burec e la zeljanica è ottimo il Kod Seje (in Mula Mustafe Bašeskije, proprio alle spalle della cattedrale), un locale per niente turistico dove entrambi i piatti vengono cotti sotto le braci di carbone (foto) – e dietro al banco c'è una signora simpatica che si ostina a parlare tedesco con tutti i turisti.




  • Il caffè bosniaco (simile a quello turco), specie quello che servono al Tunel (foto) un baretto tradizionale in piazza Sebilj.


Abbiamo soggiornato alla Guest House Halvat (140 Km per una doppia) che consiglio vivamente per le belle stanze, la ricca colazione e l'atmosfera accogliente.

Tra i ristoranti mi è piaciuto molto l'Inat Kuća (in Velika Alifakovac 1), un grazioso locale su tre piani, arredato in legno, che si affaccia sul fiume e serve degli ottimi piatti tipici (foto)



Al To be or not to be si gusta dell'ottima carne, ma la cucina è internazionale.

Vale la pena andare a piedi fino al Park Prinčeva (Iza Hidra 7) per unire al piacere di una stupenda vista su tutta Sarajevo, quello di una gita in un piacevole quartiere per nulla turistico – anche la cucina è piuttosto buona, benché il rapporto qualità-prezzo non sia dei migliori, ma qui si paga soprattutto il panorama (foto).


L'unica nota negativa: il clima – a fine luglio pioveva in continuazione e c'era freddo.

Su questo viaggio attraverso i balcani, ecco i post di zack:
viaggio nei balcani in auto
balcani 2008 #1




1 commento:

Teoz ha detto...

A proposito di Sarajevo, se mai arriverà in Italia consiglio il bellissimo film “It’s hard to be nice” che ho visto ques’anno al Festival del Cinema di Rotterdam. E’ la storia delle vicissitudini quotidiane di un taxista della capitale bosniaca che cerca non sempre con successo di uscire da un giro di affari illegali. Splendide le immagini di Sarajevo le cui contraddizioni e ferite - ma anche la tolleranza e la multiculturalità - sono ritratte con partecipazione ed ironia.

http://www.filmfestivalrotterdam.com/eng/programme/film_az/film.aspx?ID=5d6aaf7d-7e77-4195-a4e8-ed64695879e4