giovedì 23 ottobre 2008

Borgenicht, Il bebè, manuale d'istruzioni



Il bebè, manuale d'istruzioni
di Louis e Joe Borgenicht (Kowalski, 2006, pp. 228; titolo originale The baby's owner manual) è, come recita il sottotitolo, "una guida pratica per l'utente", che aiuta nella "risoluzione dei problemi" e contiene "consigli utili per la corretta installazione e manutenzione" del vostro neonato.

Insomma si tratta di un libro sui neonati strutturato come un vero e proprio manuale di istruzioni, dove, a seconda delle necessità del momento, è possibile consultare rapidamente voci quali 'configurazione della cameretta', 'selezione e installazione del succhiotto', 'selezione del carburante per il bebè', 'attivazione della modalità sonno'.

Un'idea simpatica ed utile e, al di là della forma spiritosa, anche scientificamente attendibile: uno dei suoi autori, Louis Borgenicht, è infatti un noto pediatra.
Certo, questo libro non costituisce e non pretende di costituire la panacea di tutti i mali: a differenza di altri testi che ho letto di recente (come quello della Hogg e quello di Estivill) non propone un metodo miracoloso, né dispensa consigli su temi controversi e controvertibili (come l'allattamento o i sistemi per far addormentare il bimbo), ma si limita ad indicare tutti i metodi - e ha poi l'indubbio vantaggio di essere facilmente consultabile.

Borgenicht, Il bebè, manuale d'istruzioni



Il bebè, manuale d'istruzioni
di Louis e Joe Borgenicht (Kowalski, 2006, pp. 228; titolo originale The baby's owner manual) è, come recita il sottotitolo, "una guida pratica per l'utente", che aiuta nella "risoluzione dei problemi" e contiene "consigli utili per la corretta installazione e manutenzione" del vostro neonato.

Insomma si tratta di un libro sui neonati strutturato come un vero e proprio manuale di istruzioni, dove, a seconda delle necessità del momento, è possibile consultare rapidamente voci quali 'configurazione della cameretta', 'selezione e installazione del succhiotto', 'selezione del carburante per il bebè', 'attivazione della modalità sonno'.

Un'idea simpatica ed utile e, al di là della forma spiritosa, anche scientificamente attendibile: uno dei suoi autori, Louis Borgenicht, è infatti un noto pediatra.
Certo, questo libro non costituisce e non pretende di costituire la panacea di tutti i mali: a differenza di altri testi che ho letto di recente (come quello della Hogg e quello di Estivill) non propone un metodo miracoloso, né dispensa consigli su temi controversi e controvertibili (come l'allattamento o i sistemi per far addormentare il bimbo), ma si limita ad indicare tutti i metodi - e ha poi l'indubbio vantaggio di essere facilmente consultabile.

mercoledì 15 ottobre 2008

venerdì 17 ottobre, io sciopero


Benché da domani inizi il congedo obbligatorio per maternità, voglio aderire almeno simbolicamente allo sciopero generale di venerdì prossimo, 17 ottobre 2008, per protestare contro i danni all'istruzione pubblica e a quella universitaria in particolare, che l'attuale governo sta progettando o che ha già realizzato.

Le ragioni della mia adesione sono ben riassunte in questa circolare della FLC- CGL Milano:

"Il recentissimo decreto legge del 9 ottobre 2008, n. 155, Misure urgenti per garantire la stabilità del sistema creditizio e la continuità nell'erogazione del credito alle imprese e ai consumatori, nell'attuale situazione crisi dei mercati finanziari internazionali,(GU n. 237 del 9-10-2008 ), salva le banche e ammazza le Università e gli enti di Ricerca.

La FLC CGIL ritiene assolutamente scandaloso che per la prevista copertura finanziaria di tale decreto il Governo, a nome dello Stato, abbia decretato che per compensare le eventuali esposizioni degli istituti bancari o per supplire alla carenze degli stessi in materia di erogazione di contributi alle imprese, si faccia ricorso a procedure di recupero delle risorse pescando tra l'altro anche dai già esigui e già massacrati fondi messi a disposizione delle Università e degli Enti di Ricerca per la loro attività ordinaria.

Con quel decreto si dispone il taglio della quota finanziaria a disposizione di Università e Ricerca riducendo, di fatto, l'FFO (Finanziamento per il Funzionamento Ordinario), ovvero i soldi che servono per mandare avanti questi istituti giorno dopo giorno.

Non basta che per l’Università si punti alla loro trasformazione in fondazioni di diritto privato e che si sia deciso per un loro processo di declassamento attraverso un blocco del turn-over penalizzando soprattutto i giovani ricercatori e raffreddando il processo di stabilizzazione. Non basta ancora che si sia definito un taglio drastico di almeno 500 milioni di Euro sul FFO per i prossimi 3 anni pari ad un complessivo taglio graduale di 1,5 Miliardi di Euro entro il 2013 pregiudicando la regolare attività didattica ed il normale funzionamento degli Atenei e che si siano limitate pesantemente le assunzioni del personale tecnico-amministrativo per i prossimi anni"

Ma del resto c'è da stupirsi se un Governo che esprime menti raffinate come Calderoli e la Carfagna tiene in poco conto l'istruzione (e quella pubblica in particolare)?

Quello che davvero amareggia è che, come al solito, la maggioranza degli italiani è solidale con gli indirizzi politici berlusconiani: per la maggior parte della popolazione la cultura è un eccentrico orpello di nessuna utilità e di nessun valore. Chi la vuole che se la paghi - nelle università private, s'intende, o in quelle ex-pubbliche, trasformate anch'esse in imprese private.
Questo non solo è meschino, ma è anche stupido: la ricerca e la cultura sono fondamentali per lo sviluppo e il progresso - per il progresso tecnologico (e ciò vale soprattutto per la ricerca pura, ossia per quella che, non avendo immediate applicazioni pratiche, viene raramente finanziata dalle imprese, specie da quelle italiane notoriamente miopi e in perenne perdita), per la crescita economica (non perché con la laurea si trovi lavoro, ma perché una classe dirigente preparata e responsabile potrebbe manovrare una politica sensata e produttiva - sempre che i confindustriali-figli-di-papà si facciano da parte) e soprattutto per lo sviluppo sociale e civile, perché un popolo ignorante che non conosce la sua storia, non è in grado di analizzare il suo presente e non sa prevedere il suo futuro sarà sempre condannato ad essere governato da una classe politica che lo rispecchia e lo asseconda, conducendolo inevitabilmente all'oppressione e alla miseria.


venerdì 17 ottobre, io sciopero


Benché da domani inizi il congedo obbligatorio per maternità, voglio aderire almeno simbolicamente allo sciopero generale di venerdì prossimo, 17 ottobre 2008, per protestare contro i danni all'istruzione pubblica e a quella universitaria in particolare, che l'attuale governo sta progettando o che ha già realizzato.

Le ragioni della mia adesione sono ben riassunte in questa circolare della FLC- CGL Milano:

"Il recentissimo decreto legge del 9 ottobre 2008, n. 155, Misure urgenti per garantire la stabilità del sistema creditizio e la continuità nell'erogazione del credito alle imprese e ai consumatori, nell'attuale situazione crisi dei mercati finanziari internazionali,(GU n. 237 del 9-10-2008 ), salva le banche e ammazza le Università e gli enti di Ricerca.

La FLC CGIL ritiene assolutamente scandaloso che per la prevista copertura finanziaria di tale decreto il Governo, a nome dello Stato, abbia decretato che per compensare le eventuali esposizioni degli istituti bancari o per supplire alla carenze degli stessi in materia di erogazione di contributi alle imprese, si faccia ricorso a procedure di recupero delle risorse pescando tra l'altro anche dai già esigui e già massacrati fondi messi a disposizione delle Università e degli Enti di Ricerca per la loro attività ordinaria.

Con quel decreto si dispone il taglio della quota finanziaria a disposizione di Università e Ricerca riducendo, di fatto, l'FFO (Finanziamento per il Funzionamento Ordinario), ovvero i soldi che servono per mandare avanti questi istituti giorno dopo giorno.

Non basta che per l’Università si punti alla loro trasformazione in fondazioni di diritto privato e che si sia deciso per un loro processo di declassamento attraverso un blocco del turn-over penalizzando soprattutto i giovani ricercatori e raffreddando il processo di stabilizzazione. Non basta ancora che si sia definito un taglio drastico di almeno 500 milioni di Euro sul FFO per i prossimi 3 anni pari ad un complessivo taglio graduale di 1,5 Miliardi di Euro entro il 2013 pregiudicando la regolare attività didattica ed il normale funzionamento degli Atenei e che si siano limitate pesantemente le assunzioni del personale tecnico-amministrativo per i prossimi anni"

Ma del resto c'è da stupirsi se un Governo che esprime menti raffinate come Calderoli e la Carfagna tiene in poco conto l'istruzione (e quella pubblica in particolare)?

Quello che davvero amareggia è che, come al solito, la maggioranza degli italiani è solidale con gli indirizzi politici berlusconiani: per la maggior parte della popolazione la cultura è un eccentrico orpello di nessuna utilità e di nessun valore. Chi la vuole che se la paghi - nelle università private, s'intende, o in quelle ex-pubbliche, trasformate anch'esse in imprese private.
Questo non solo è meschino, ma è anche stupido: la ricerca e la cultura sono fondamentali per lo sviluppo e il progresso - per il progresso tecnologico (e ciò vale soprattutto per la ricerca pura, ossia per quella che, non avendo immediate applicazioni pratiche, viene raramente finanziata dalle imprese, specie da quelle italiane notoriamente miopi e in perenne perdita), per la crescita economica (non perché con la laurea si trovi lavoro, ma perché una classe dirigente preparata e responsabile potrebbe manovrare una politica sensata e produttiva - sempre che i confindustriali-figli-di-papà si facciano da parte) e soprattutto per lo sviluppo sociale e civile, perché un popolo ignorante che non conosce la sua storia, non è in grado di analizzare il suo presente e non sa prevedere il suo futuro sarà sempre condannato ad essere governato da una classe politica che lo rispecchia e lo asseconda, conducendolo inevitabilmente all'oppressione e alla miseria.


lunedì 6 ottobre 2008

Estivill, Dormi bambino dormi


Dormi bambino dormi. Guida rapida al sonno dei bambini (Feltrinelli, 2005, pp. 61; titolo originale: Método Estivill. Guía rápida para enseñar a dormir a los niños, 2002) è una breve introduzione al metodo elaborato da Eduard Estivill per insegnare ai bambini ad acquisire l'abitudine del sonno.

Per la verità, non è che si tratti di un metodo particolarmente originale, basato com'è su pochi punti fermi:
  • creare un ambiente adeguato (Estivill consiglia giostrine, lune, ciucci e pupazzetti da chiamarsi 'Pippo');
  • inventarsi una sorta di rito della buona notte - scandito in rigide fasi (quali i 10 minuti di affettuosità prima di mettere il bimbo a nanna);
  • messo il bambino nel letto o nella culla, lasciarlo da solo ripetendogli una frase (che il testo consiglia di imparare a memoria);
  • essere fermi e decisi;
  • aspettare sempre più tempo prima di accorrere alle grida disperate del piccolo e, dopo averlo calmato, lasciarlo nuovamente da solo ripetendo la magica frase.
Ho letto questo testo su suggerimento di Teoz, che mi aveva segnalato delle affinità tra il metodo Estivill e i consigli di Tracy Hogg su come insegnare ai neonati a dormire: personalmente, però, non ho trovato molte similitudini e, anzi, mentre il libro della Hogg mi aveva conquistato, quello di Estevill non mi ha affatto convinto.

Forse è perché ho letto la versione breve, ma il metodo Estivill mi è parso eccessivamente rigido e dogmatico.

In particolare, mi hanno lasciato perplessa: il fatto che Estivill non distingua tra bimbi di diverse età (dubito che un neonato abbia le stesse difficoltà di un bimbo di 3 anni che ancora non si addormenta o non dorme da solo, né che piangano per gli stessi motivi); il suggerimento di aspettare sempre più tempo prima di accorrere a tranquillizzare il bimbo piangente (mi pare un inutile sadismo, visto che tanto poi si uscirà dalla stanza prima che il bimbo riprenda sonno); l'obbligo di ignorare le richieste notturne dei bambini, inclusa quella di bere (per Estivill si tratta sempre e comunque di scuse - ma di notte io ho spesso sete, bevo di frequente e, infatti, dormo con una bottiglietta d'acqua sul comodino: perchè al mio bimbo non dovrebbe capitare la stessa cosa?); l'imposizione di mandare il bambino a letto sempre alla stessa ora (e se non ha sonno?).
La frase che Estivill impone di recitare prima di lasciare il bimbo da solo è poi alquanto inquietante: "Amore mio, papà e mamma ti insegneranno a dormire da solo, da oggi tu dormirai qui nel tuo lettino, in compagnia di Pippo, della luna e della giostrina". Ditemi se non suona come una minaccia?

Estivill, Dormi bambino dormi


Dormi bambino dormi. Guida rapida al sonno dei bambini (Feltrinelli, 2005, pp. 61; titolo originale: Método Estivill. Guía rápida para enseñar a dormir a los niños, 2002) è una breve introduzione al metodo elaborato da Eduard Estivill per insegnare ai bambini ad acquisire l'abitudine del sonno.

Per la verità, non è che si tratti di un metodo particolarmente originale, basato com'è su pochi punti fermi:
  • creare un ambiente adeguato (Estivill consiglia giostrine, lune, ciucci e pupazzetti da chiamarsi 'Pippo');
  • inventarsi una sorta di rito della buona notte - scandito in rigide fasi (quali i 10 minuti di affettuosità prima di mettere il bimbo a nanna);
  • messo il bambino nel letto o nella culla, lasciarlo da solo ripetendogli una frase (che il testo consiglia di imparare a memoria);
  • essere fermi e decisi;
  • aspettare sempre più tempo prima di accorrere alle grida disperate del piccolo e, dopo averlo calmato, lasciarlo nuovamente da solo ripetendo la magica frase.
Ho letto questo testo su suggerimento di Teoz, che mi aveva segnalato delle affinità tra il metodo Estivill e i consigli di Tracy Hogg su come insegnare ai neonati a dormire: personalmente, però, non ho trovato molte similitudini e, anzi, mentre il libro della Hogg mi aveva conquistato, quello di Estevill non mi ha affatto convinto.

Forse è perché ho letto la versione breve, ma il metodo Estivill mi è parso eccessivamente rigido e dogmatico.

In particolare, mi hanno lasciato perplessa: il fatto che Estivill non distingua tra bimbi di diverse età (dubito che un neonato abbia le stesse difficoltà di un bimbo di 3 anni che ancora non si addormenta o non dorme da solo, né che piangano per gli stessi motivi); il suggerimento di aspettare sempre più tempo prima di accorrere a tranquillizzare il bimbo piangente (mi pare un inutile sadismo, visto che tanto poi si uscirà dalla stanza prima che il bimbo riprenda sonno); l'obbligo di ignorare le richieste notturne dei bambini, inclusa quella di bere (per Estivill si tratta sempre e comunque di scuse - ma di notte io ho spesso sete, bevo di frequente e, infatti, dormo con una bottiglietta d'acqua sul comodino: perchè al mio bimbo non dovrebbe capitare la stessa cosa?); l'imposizione di mandare il bambino a letto sempre alla stessa ora (e se non ha sonno?).
La frase che Estivill impone di recitare prima di lasciare il bimbo da solo è poi alquanto inquietante: "Amore mio, papà e mamma ti insegneranno a dormire da solo, da oggi tu dormirai qui nel tuo lettino, in compagnia di Pippo, della luna e della giostrina". Ditemi se non suona come una minaccia?

venerdì 3 ottobre 2008

Larsson, La ragazza che giocava col fuoco


Secondo libro della trilogia Millennium, dopo Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco (titolo originale: Flickan som lekte med elden, 2006) non delude quanti si erano appasionati al primo episodio e conferma l'abilità narrativa di Stieg Larsson.

Un collaboratore della rivista Millennium e la sua fidanzata, entrambi impegnati in un'inchiesta sul traffico di prostituzione dai paesi dell'Est, vengono misteriosamente uccisi: dell'omicidio è accusata Lisbeth Salander. Sulla vicenda vengono avviate ben 4 diverse inchieste (quella di Mikael Blomkvist e dei suoi collaboratori di Millenium, quella della polizia diretta dall'ispettore Bublanski, quella della Milton Security e quella della stessa Lisbeth) che finiranno non solo per scoprire l'assassino, ma anche per svelare alcuni aspetti del passato di Lisbeth.

Ribadisco il giudizio espresso su Uomini che odiano le donne: Stieg Larsson ha uno stile talvolta un po' noioso, specie per l'eccesso di meticolosità - i suoi personaggi non fanno la spesa al supermercato, i suoi personaggi vanno al seven-11 e comprano "un barattolo di majonese calvè, 4 confezioni di rotoli per pizza Buitoni, 5 rotoli di carta igenica scotex, due tubetti di dentifricio pasta del capitano al gusto menta e salvia, ecc." - e questo spiega anche perché i suoi libri superino sempre le 700 pagine! - però è bravissimo nel costruire le trame, nell'intracciare i fili della narrazione, nel descrivere le scene d'azione e nel tenere alta la suspense. Decisamente convincenti, realistici e ben ideati anche i suoi personaggi: Erika Berger, Miriam Wu, Paolo Roberto, l'ispettore Bublanski e, sopra tutti, Lisbeth Salander, un personaggio che non si dimentica facilmente e che non esiterei a considerare il lascito di Larsson alla letteratura mondiale.

Adesso aspetto il terzo episodio, che, a quanto pare, in Italia uscirà a Natale. Peccato che sarà l'ultimo: Stieg Larsson è morto nel 2004 (prima che questo libro fosse pubblicato) stroncato da un infarto - avete notato che la maggior parte dei suoi personaggi fuma in continuazione?

Larsson, La ragazza che giocava col fuoco


Secondo libro della trilogia Millennium, dopo Uomini che odiano le donne, La ragazza che giocava con il fuoco (titolo originale: Flickan som lekte med elden, 2006) non delude quanti si erano appasionati al primo episodio e conferma l'abilità narrativa di Stieg Larsson.

Un collaboratore della rivista Millennium e la sua fidanzata, entrambi impegnati in un'inchiesta sul traffico di prostituzione dai paesi dell'Est, vengono misteriosamente uccisi: dell'omicidio è accusata Lisbeth Salander. Sulla vicenda vengono avviate ben 4 diverse inchieste (quella di Mikael Blomkvist e dei suoi collaboratori di Millenium, quella della polizia diretta dall'ispettore Bublanski, quella della Milton Security e quella della stessa Lisbeth) che finiranno non solo per scoprire l'assassino, ma anche per svelare alcuni aspetti del passato di Lisbeth.

Ribadisco il giudizio espresso su Uomini che odiano le donne: Stieg Larsson ha uno stile talvolta un po' noioso, specie per l'eccesso di meticolosità - i suoi personaggi non fanno la spesa al supermercato, i suoi personaggi vanno al seven-11 e comprano "un barattolo di majonese calvè, 4 confezioni di rotoli per pizza Buitoni, 5 rotoli di carta igenica scotex, due tubetti di dentifricio pasta del capitano al gusto menta e salvia, ecc." - e questo spiega anche perché i suoi libri superino sempre le 700 pagine! - però è bravissimo nel costruire le trame, nell'intracciare i fili della narrazione, nel descrivere le scene d'azione e nel tenere alta la suspense. Decisamente convincenti, realistici e ben ideati anche i suoi personaggi: Erika Berger, Miriam Wu, Paolo Roberto, l'ispettore Bublanski e, sopra tutti, Lisbeth Salander, un personaggio che non si dimentica facilmente e che non esiterei a considerare il lascito di Larsson alla letteratura mondiale.

Adesso aspetto il terzo episodio, che, a quanto pare, in Italia uscirà a Natale. Peccato che sarà l'ultimo: Stieg Larsson è morto nel 2004 (prima che questo libro fosse pubblicato) stroncato da un infarto - avete notato che la maggior parte dei suoi personaggi fuma in continuazione?