sabato 21 febbraio 2009

Larsson, La regina dei castelli di carta


Ultimo atto della trilogia Millennium e delle avventure di Lisbeth Salander, Mikael Blomkvist, Erika Berger e tutti gli altri, indimenticabili, personaggi creati da Stieg Larsson - la cui morte improvvisa, ci priva per sempre della speranza di un seguito (peccato!)

In La regina dei castelli di carta si tirano i fili delle vincende narrate in La ragazza che giocava col fuoco e si regolano i conti. A questo romanzo ho fatto decisamente più fatica ad appasionarmi - per i lettori la partita si svolge a carte scoperte (si conoscono gli avvenimenti precedenti e si seguono le mosse di ciascuno dei protagonisti) - ma superata la metà (delle 857 pagine), non si riesce più a smettere di leggere e, anzi, si vorrebbe che la narrazione proseguisse. Memorabili le pagine sul processo (un esempio da manuale di strategia forense) e il lieto fine, sospirato e scontato, è assolutamente catarchico.

Lo stile di Larsson è asciutto, ma tutt'altro che essenziale: nonostante una non trascurabile prolissità (e un amore quasi patologico per dettagli), la narrazione è comunque avvicente - anche grazie ad una trama ben congegnata e ad una straordinaria abilità nel caratterizzare i personaggi - tutti i personaggi, anche quelli minori, sono dotati di un'individualità spiccata, senza, però, risultare mai grotteschi o irreali.

I tre romanzi della Millennium Trilogy potrebbero anche costituire un'utile piattaforma per uno studio etnografico sul popolo svedese - nazione dai costumi sessuali liberi e liberali (specie se paragonata all'Italia), ma dove comunque la discriminazione sessuale sembra tutt'altro che sconfitta - e la cui popolazione pare nutrirsi prevalentemente di tramezzini - in ogni occasione in cui, in un romanzo ambientato in Italia, ci si farebbero du' spaghi, gli svedesi si preparano due tramezzini...libertà a parte, dal punto di vista culinario non c'è paragone!

In questo blog sono recensiti anche:
Uomini che odiono le donne
La ragazza che giocava col fuoco