sabato 31 ottobre 2009

Wallace, Una cosa divertente che non farò mai più

"Ho sentito cittadini americani maggiorenni e benestanti che chiedevano all'Ufficio Relazioni con gli Ospiti se per fare snorkeling c'è bisogno di bagnarsi, se il tiro al piattello si fa all'aperto, se l'equipaggio dorme a bordo e a che ora è previsto il Buffet di Mezzanotte"




A differenza di Verso occidente l'impero dirige il suo corso, che proprio non mi era piaciuto, Una cosa divertente che non farò mai più (A Supposedly Fun Thing I'll Never Do Again, 1997) di David Foster Wallace, è davvero un bel libro: esilarante, ironico ed autoironico, perfino istruttivo.

Non si tratta di un romanzo: è, invece, il reportage scritto da Wallace come inviato della rivista "Harper's" in una crociera 7NC (7 notti ai Caraibi): un ambientino in cui il nostro eroe si trova a proprio agio come una cammello su una grondaia.

Le descrizioni degli ospiti, le situazioni surreali e grottesche, le disavventure di Wallace (e le sue psicosi), non solo fanno morire dalle risate, ma costituiscono anche un validissimo studio sociologico.
Certo passa la voglia di andare in crociera, se mai qualcuno ce l'avesse avuta.
Geniale l'analisi della brochure pubblicitaria: un pezzo consigliato a tutti gli esperti di comunicazione.