domenica 14 settembre 2008

Larsson, Uomini che odiano le donne



All'inizio, ossia per almeno 200 pagine, la lettura di Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson mi è risultata un po' faticosa - il romanzo non ha ovviamente contenuti pesanti, ma qualche passaggio risulta un po' noioso e lo stile di Larsson non è esattamente esuberante - dopo però mi sono appassionata all'intrigo, la curiosità ha preso il sopravvento e l'ho letteralmente divorato.

Un ottimo triller con una trama ben strutturata, priva di sbavature, col giusto grado di complessità (né troppo semplice né troppo complessa) e con alcuni momenti di autentica suspense.

Eccellente anche la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto dei due protagonisti, il reporter quarantenne Mikael Blomkvist e la venticinquenne (un po' borderline) Lisbeth Salander, cui si finisce inevitabilmente per affezzionarsi - anche per avere ancora loro notizie, domani andrò a comprarmi il secondo episodio della trilogia Millennium (dal nome del giornale di cui è comproprietario e per cui lavora Blomkvist): La ragazza che giocava col fuoco.

Larsson, Uomini che odiano le donne



All'inizio, ossia per almeno 200 pagine, la lettura di Uomini che odiano le donne di Stieg Larsson mi è risultata un po' faticosa - il romanzo non ha ovviamente contenuti pesanti, ma qualche passaggio risulta un po' noioso e lo stile di Larsson non è esattamente esuberante - dopo però mi sono appassionata all'intrigo, la curiosità ha preso il sopravvento e l'ho letteralmente divorato.

Un ottimo triller con una trama ben strutturata, priva di sbavature, col giusto grado di complessità (né troppo semplice né troppo complessa) e con alcuni momenti di autentica suspense.

Eccellente anche la caratterizzazione dei personaggi, soprattutto dei due protagonisti, il reporter quarantenne Mikael Blomkvist e la venticinquenne (un po' borderline) Lisbeth Salander, cui si finisce inevitabilmente per affezzionarsi - anche per avere ancora loro notizie, domani andrò a comprarmi il secondo episodio della trilogia Millennium (dal nome del giornale di cui è comproprietario e per cui lavora Blomkvist): La ragazza che giocava col fuoco.

domenica 7 settembre 2008

Giordano, La solitudine dei numeri primi



"Ormai l'aveva imparato.
Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante"



La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano è un romanzo gradevole, ben scritto, che si legge con facilità. La storia (quasi d'amore) di due solitudini, di due ragazzi difficili, segnati da un dramma negli anni dell'infanzia, che si sfiorano, si incrociano, senza mai davvero incontrarsi: come due numeri primi gemelli vicini, ma separati.


Giordano, La solitudine dei numeri primi



"Ormai l'aveva imparato.
Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano per il tempo restante"



La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano è un romanzo gradevole, ben scritto, che si legge con facilità. La storia (quasi d'amore) di due solitudini, di due ragazzi difficili, segnati da un dramma negli anni dell'infanzia, che si sfiorano, si incrociano, senza mai davvero incontrarsi: come due numeri primi gemelli vicini, ma separati.


mercoledì 3 settembre 2008

Roth, everyman


"La vecchiaia non è una battaglia: la vecchiaia è un massacro"




Everyman di Philip Roth è un romanzo bellissimo e terribile per la stessa ragione: perché racconta una storia universale, la storia di ogni uomo o, almeno, di quelli tra noi che hanno avuto e che avranno la fortuna di invecchiare.

L'avevo già notato in Pastorale americana, che per altri versi non mi aveva entusiasmato, quanto Roth fosse bravo a descrivere la condizione senile, "quell'assalto furibondo e inevitabile che è la fine della vita" (p. 106) e che qui diventa il tema centrale su cui si impernia la narrazione.

La vecchiaia, la malattia che l'accompagna, il dolore fisico e il senso di alterità verso un corpo che si stenta a riconoscere come il proprio, le giornate vuote e la fatica di riempire il tempo, i rimorsi e i rancori per ciò che si è fatto, perchè si è diventati quello che non si è mai voluto essere, ma soprattutto il rimpianto per ciò che non si può più fare, per quello che non si può più avere (l'amore e la passione, in primis) e la nostalgia della gioventù, dei tempi in cui ci si sentiva immortali.

La fine non è a sorpresa (il libro inizia con il funerale del protagonista), perchè la fine della nostra vita non lo sarà, è già scritta ed è scritta proprio con le parole con cui termina questo romanzo:
"Non esisteva più, era stato liberato dal peso di esistere, era entrato nel nulla senza nemmeno saperlo. Proprio come aveva temuto dal principio" (p. 123).

Lontano da stereotipi e luoghi comuni, impermeabile ad ogni tentazione moraleggiante, alieno da facili consolazioni o illusioni assolutorie (specie di stampo religioso), ma non per questo patetico o lacrimoso, in questo stupendo romanzo Roth riesce nel difficilissimo compito di rappresentare la "nuda vita", l'esistenza umana per quello che è.

Mi consolo al pensiero che l'alternativa è morire giovani.

Roth, everyman


"La vecchiaia non è una battaglia: la vecchiaia è un massacro"




Everyman di Philip Roth è un romanzo bellissimo e terribile per la stessa ragione: perché racconta una storia universale, la storia di ogni uomo o, almeno, di quelli tra noi che hanno avuto e che avranno la fortuna di invecchiare.

L'avevo già notato in Pastorale americana, che per altri versi non mi aveva entusiasmato, quanto Roth fosse bravo a descrivere la condizione senile, "quell'assalto furibondo e inevitabile che è la fine della vita" (p. 106) e che qui diventa il tema centrale su cui si impernia la narrazione.

La vecchiaia, la malattia che l'accompagna, il dolore fisico e il senso di alterità verso un corpo che si stenta a riconoscere come il proprio, le giornate vuote e la fatica di riempire il tempo, i rimorsi e i rancori per ciò che si è fatto, perchè si è diventati quello che non si è mai voluto essere, ma soprattutto il rimpianto per ciò che non si può più fare, per quello che non si può più avere (l'amore e la passione, in primis) e la nostalgia della gioventù, dei tempi in cui ci si sentiva immortali.

La fine non è a sorpresa (il libro inizia con il funerale del protagonista), perchè la fine della nostra vita non lo sarà, è già scritta ed è scritta proprio con le parole con cui termina questo romanzo:
"Non esisteva più, era stato liberato dal peso di esistere, era entrato nel nulla senza nemmeno saperlo. Proprio come aveva temuto dal principio" (p. 123).

Lontano da stereotipi e luoghi comuni, impermeabile ad ogni tentazione moraleggiante, alieno da facili consolazioni o illusioni assolutorie (specie di stampo religioso), ma non per questo patetico o lacrimoso, in questo stupendo romanzo Roth riesce nel difficilissimo compito di rappresentare la "nuda vita", l'esistenza umana per quello che è.

Mi consolo al pensiero che l'alternativa è morire giovani.

lunedì 1 settembre 2008

Meno 10



Finalmente una bella notizia per i titolari di un mutuo ventennale!

In questi giorni alcuni tra i maggiori quotidiani europei (tra cui Repubblica e il Sunday Telegraph) hanno riferito che il 10 settembre prossimo al Centro di Ricerche Nucleari di Ginevra inizierà un esperimento che, tramite l'impiego del nuovissimo e costosissimo acceleratore di particelle Large hadron collider (foto), mira a ricreare le condizioni che esistevano una frazione di secondo dopo il Big Bang, nella speranza di individuare finalmente le particelle elementari note come Bosoni di Higgs - le uniche particelle del c.d. modello standard a non essere ancora state osservate ed anche le più importanti visto che la teoria le indica come portatrici di forza del campo di Higgs che si ritiene permei l'universo e dia massa a tutte le altre particelle.




Alcuni scienziati, tra cui il professor Otto Rossler, un chimico tedesco della Eberhard Karls University, temono però che l'esperimento possa creare un buco nero che risucchierà completamente la Terra nel giro di 4 anni ed hanno presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani.
Ho cercato su internet qualche notizia su questo Otto Rossler - esiste, insegna effettivamente alla Eberhard Karls Universitat Tubingen e sembra anche competente in materia.

Insomma se avete qualche conto in sospeso o qualche sfizio da togliervi vi restano all'incirca 4 anni e dieci giorni - e non sono poi tanti!



But seriously, a parte un po' d'ansia per la notizia apocalittica tutta da confermare, mi preoccupa soprattutto quello che può esserci dietro a questo esperimento. Il progetto è stato finanziato da venti paesi europei e dagli USA, il solo acelleratore è costato 6 miliardi di euro - e ciò significa che il costo dell'intero progetto è di molto superiore - mi sembra strano che tutto questo sia motivato da puri interessi teorici, da una disinteressata sete di conoscenza, e sarei proprio curiosa di conoscere le applicazioni pratiche di queste particelle di Higgs.




Meno 10



Finalmente una bella notizia per i titolari di un mutuo ventennale!

In questi giorni alcuni tra i maggiori quotidiani europei (tra cui Repubblica e il Sunday Telegraph) hanno riferito che il 10 settembre prossimo al Centro di Ricerche Nucleari di Ginevra inizierà un esperimento che, tramite l'impiego del nuovissimo e costosissimo acceleratore di particelle Large hadron collider (foto), mira a ricreare le condizioni che esistevano una frazione di secondo dopo il Big Bang, nella speranza di individuare finalmente le particelle elementari note come Bosoni di Higgs - le uniche particelle del c.d. modello standard a non essere ancora state osservate ed anche le più importanti visto che la teoria le indica come portatrici di forza del campo di Higgs che si ritiene permei l'universo e dia massa a tutte le altre particelle.




Alcuni scienziati, tra cui il professor Otto Rossler, un chimico tedesco della Eberhard Karls University, temono però che l'esperimento possa creare un buco nero che risucchierà completamente la Terra nel giro di 4 anni ed hanno presentato ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani.
Ho cercato su internet qualche notizia su questo Otto Rossler - esiste, insegna effettivamente alla Eberhard Karls Universitat Tubingen e sembra anche competente in materia.

Insomma se avete qualche conto in sospeso o qualche sfizio da togliervi vi restano all'incirca 4 anni e dieci giorni - e non sono poi tanti!



But seriously, a parte un po' d'ansia per la notizia apocalittica tutta da confermare, mi preoccupa soprattutto quello che può esserci dietro a questo esperimento. Il progetto è stato finanziato da venti paesi europei e dagli USA, il solo acelleratore è costato 6 miliardi di euro - e ciò significa che il costo dell'intero progetto è di molto superiore - mi sembra strano che tutto questo sia motivato da puri interessi teorici, da una disinteressata sete di conoscenza, e sarei proprio curiosa di conoscere le applicazioni pratiche di queste particelle di Higgs.