domenica 17 agosto 2008

Dostoevskij, Delitto e castigo

"Mi si presentò d'un tratto chiaro come il sole: come mai nessuno, finora, passando accanto a tutta quella assurdità, non aveva osato e non osava prender semplicemente il tutto per la coda e liberarsene, mandandolo al diavolo! Io...io ho voluto osare e ho ucciso..ho voluto soltanto osare, Sònja, ecco la ragione vera"





In una afosa estate pietroburghese, il giovane Raskòl'nikov, un ex studente, povero di mezzi, che ha abbandonato l'università più per ignavia che per difficoltà economiche, commette un omicidio che ad occhi razionali sembra non aver altra ragione che la sua punizione.
Una punizione, un castigo, che Raskòl'nikov in apparenza vorrebbe evitare, ma verso cui in realtà egli stesso precipita, che egli stesso causa nel suo tormentato delirio febbrile.

Un romanzo psicologico, dove la mente umana, più che indagata al microscopio, è dipinta con le tinte forti e i tratti spessi di un Van Gogh - i personaggi che animano la Pietroburgo povera e degrata di Delitto e castigo sono tutti, in qualche modo, eccessivi nel loro intreccio di isterie e contraddizioni.

La cifra universale della letteratura di Dostoevskij sembra risiedere nella universale follia umana.

Insieme a L'Idiota e a I Fratelli Karamàzos è, a mio giudizio, uno dei più bei romanzi di Dostoevskij, nonché un capolavoro della letteratura di tutti i tempi.

Ecco i link ad alcune delle più interessanti recensioni online:
la presentazione di Dostoevskij (nella sua lettera a Michail Nikiforovic)
la recensione di Pier Paolo Pasolini
Lankelot
Lettera22

Nessun commento: