giovedì 17 aprile 2008

Oz, Non dire notte

Adesso trova giusto il deserto, ha ragione il chiaro di luna. Davanti a lui, alla finestra, tre o quattro stelle intense sopra le colline. Sottovoce dice, Ora si respira




Non dire notte di Amos Oz è un romanzo lento, meditativo, una narrazione quasi priva di eventi e colpi di scena, affidata unicamente ad una scrittura sobria, fluida e introspettiva - un romanzo di quelli che non appassionano alle prime pagine, anzi, ad essere sincera, non mi ha appasionato affatto - forse non l'ho letto nel momento giusto, qualche volta succede.

Non dire notte è incentraro sulla relazione amorosa tra Theo, una sorta di eroe nazionale, e Noa, un'insegnante di liceo di 15 anni più giovane, entrambi mediamente tormentati. Ma è anche il dipinto di Tel Kedar, una giovane cittadina israeliana ai margini del deserto - un luogo inventato, modellato sull'immagine di Arad, dove vive Amos Oz.
Le bufere di sabbia, il caldo estivo, la tranquilla vita di provincia e i suoi personaggi (più o meno comuni, più o meno credibili e più o meno annoiati) sono i co-protagonisti di questo romanzo - a loro sono dedicate alcune delle pagine più belle, tutte ispirate però ad un amore incondizionato, incapace di indagare o anche solo di vedere i lati oscuri di uno stile di vita che, ad altri occhi, potrebbe apparire anche borghese e mediocre.

Amos Oz ha definito Non dire notte "una storia da tardo pomeriggio nella vita di un uomo e di una donna" e la definizione non poteva essere più azzeccata. Non solo Theo è nel tardo pomeriggio della sua vita e anche Noa non è più giovanissima - ma è proprio il ritmo del racconto ad essere pigro e lento come quello di un tardo pomeriggio estivo in cui non succede assolutamente nulla - ma ci si tormenta un po' l'anima, giusto per riempire il tempo.

3 commenti:

whiteknight ha detto...

Bhè, forse è proprio così: non l'hai letto nel momento giusto. Del resto questa affermazione è vera per tutti i libri...
O forse è solo una questione di gusti. A me invece questo libro è piaciuto moltissimo, mi sono immedesimato nella storia tra Theo e Noa. Amos Oz scrive bene, mi piace molto il suo stile tranquillo e dimesso, la sua capacità di saltare da un personaggio all'altro, dalla prima alla terza persona, il tono intimistico di tutto il racconto. Mi sono proprio goduto questa lettura.

barbottina ha detto...

Di Oz ho letto solo l'ultimo libro (La vita fa rima con la morte), e, dopo un'iniziale perplessità, è riuscito a conquistarmi, pur senza provocarmi eccessivi entusiasmi.

La tua recensione mi ha incuriosita, nonostante i tuoi dubbi circa il giudizio finale: sarà perché di solito mi trovo bene nei romanzi intimistici in cui succede poco o niente ;)
Credo proprio che continuerò la conoscenza di Oz con questo romanzo, quindi :)

A presto! Sere

La don ha detto...

Thanks for writing this.