lunedì 7 aprile 2008

Cuba






La Habana è una città stupenda, allegra e rilassata - il modo migliore per visitarla è quello di perdersi per le strade del centro, tra i fastosi e fatiscenti palazzi coloniali, tra i vicoli pullulanti di vita, attraversati da incredibili macchine anni '50, animati da adulti che giocano a domino e da bambini che giocano a calcio o a baseball.




Il Malecon (foto sotto) è la paseggiata sul mare: 7 kilometri dove, giorno e notte, stazionano famiglie, coppie d'innamorati, pescatori sonnolenti, giovani e meno giovani che cantano e suonano la chitarra.




La Habana Vieja è la parte storica della città e quella meglio conservata: benché decisamente turistica, è una piccola perla che merita una visita accurata. Qui si possono comprare i classici souvenir cubani: sigari, ruhm e magliette del Che.




Per chi volesse allontanarsi dai soliti itinerari turistici, consiglio un'escursione nella Chinatown habanera: nei dintorni di calle Cuchillo, calle Zanja, Avenida Italia - ma non mangiate al ristorante cino-cubano El Pacìfico - è terribile!

A una ventina di kilometri da La Habana si trova il tratto di costa noto come Playas del Este - se non avete una macchina bisogna arrivarci in taxi, il prezzo della corsa è di circa 40 cuc andata e ritorno - qui si trovano le spiagge di Santa Maria del Mar, Boca Ciega e Guanabo. Un sabato siamo andati in quest'ultima spiaggia: un carnevale nazional-popolare di giovanissimi habaneros - non brillava per igiene, ma l'atmosfera era divertente.



Per il pernottamento, la soluzione più economica è sicuramente quella delle case private ("casas particulares"): se ne possono trovare sul sito
http://www.bedincuba.com/
Noi siamo stati a casa della signora Elba: un appartamento pulito (ma quasi sempre senza acqua calda) in un palazzone stile sovietico, nel quartiere del Vedado (vicino al Malecon), con una vista davvero mirabile (vedi foto qui sotto). Fantastico anche l'ascensore.




Quanto al cibo c'è poco da fare: ai caraibi si mangia male, non esiste una vera cultura culinaria. Il ristorante migliore in cui siamo stati - o, almeno, quello che ci è sembrato avere il miglior rapporto qualità- prezzo - è sicuramente l'Hanoi, ai confini della Avana vecchia, all'angolo tra calle Brasil e calle Bernaza. Ottima l'aragosta (a 12 cuc) e anche il riso con carne, pesce e verdura (intorno ai 4 cuc).
L'ambiente è piacevole, con un patio fresco e verdeggiante, e spesso l'atmosfera è allietata da vecchi musicisti (foto).




Da l'Avana abbiamo noleggiato una macchina fino a Santa Clara, passando per playa Giron.
Il viaggio è stato un'avventura: a Cuba quasi non esistono indicazioni stradali e trovare l'autostrada (autopista) è stato tutt'altro che semplice - come è facile immaginare, nemmeno i benzinai abbondano. Data la penuria dei trasporti pubblici, per strada si incontrano numerose persone che fanno l'autostop: dare un passaggio non è affatto pericoloso e costituisce un'ottima occasione per conoscere la gente del posto (e avere indicazioni sulla strada da prendere).

Il tratto di strada che porta da Playa Larga a Playa Giron verso il tramonto si pullula di migliaia di granchi: uno spettacolo ripugnante - ed è anche pericoloso perché si rischia di bucare le gomme. Vedere per credere.





Play Giron - luogo storico della rivoluzione cubana, uno dei campi di battaglia dell'invasione del 1961 di baia dei porci (Baia de los Cochineros) appoggiata dagli U.S. e fermata dal popolo cubano- è un tranquillo villaggio affacciato su una tipica spiaggia tropicale (foto qui sotto) - per la verità le spiagge tropicali sarebbero due, ma una è stata rovinata dall'inopinata costruzione di una sorta di diga (la cui utilità mi sfugge).


Il museo di Playa Giron, dedicato alla resistenza cubana contro la tentata invasione del 1961, si visita in fretta ed è più che altro un succedersi di didascalie e oggetti d'epoca - comunque non privi di interesse. A playa Giron si può scegliere tra un albergone con piscina (dall'aria un pò triste, ma forse perché a marzo era quasi deserto) e un paio di case private che offrono anche cena e colazione (non ci sono ristoranti) - noi abbiamo optato per questa seconda soluzione e ci siamo trovati bene: sia la casa di Ana e Carlos sia Villa Merci erano pulite e confortevoli (la seconda ha anche un gradevole giardinetto) e non si è mangiato male. Sono entrambe sulla strade principale: per trovarle è bene chiedere a qualcuno del posto (la cittadina è piccola e si conoscono tutti).


A Santa Clara è d'obbligo una visita al mausoleo del Che, che sorge su un piazzale maestoso - personalmente sia il museo (un'accozzaglia di cimeli e feticci) sia il contorno in stile sovietico mi hanno lasciato parecchio perplessa, ma c'è a chi son piaciuti, per cui giudicate voi.



Una settimana a Cuba purtroppo è troppo poco: per riuscire a visitare bene il paese servirebbero almeno 15 giorni (viaggio escluso). Dicono, infatti, che la parte più bella sia quella orientale - nei dintorni di Santiago, per intenderci - da l'Havana la si può raggiungere con voli interni, ma, per chi non se la sentisse di affrontare l'emozionante avventura di un volo in Antonov, è preferibile noleggiare una macchina: il viaggio però richiede tempo, sono circa 1000 km. Sarà per la prossima volta.

francesca poggi
Un ultimo consiglio: se potete non volate con Iberia - pratica l'overbooking come filosofia, gli aerei sono vecchi, l'assistenza passeggeri nulla e il personale di bordo maleducato.


Link
Altre foto di Cuba

Due analisi (che condivido) della anomala situazione politica cubana:
Zack: Cuba va?
Teoz: La storia lo assolverà?

Le avventure, sanitarie e non, di Lazaro e Beirut a La Habana

2 commenti:

Anonymous ha detto...

E' VERO ANKE IO HO VOLATO CN LA COMPAGNIA IBERIA SOLO KE HO FATTO PALMA DE MALORCA BOLOGNA E IL VOLO E' STATO UN VERO DISASTRO L'AEREO ACCENDEVA DA SE LE INDICAZIONI DELLE USCITE D EMERGENZA E IL PERSONALE ERA MALEDUCATO E PERSINO L'ACQUA M HANNO FATTO PAGARE

Lara ha detto...

anche io ho volato con Iberia Genova Madrid Havana e ritorno a maggio 2009 e sono pienamente d'accordo. Aerei vecchi con pochissimo spazio per le gambe e personale scortese e maleducato.