sabato 8 marzo 2008

Grice e la teoria delle implicature conversazionali

Lavori in corso....





Si considerino i seguenti dialoghi:

(1) A: Sai che ore sono?
B: È già iniziato il TG regionale

(2) A: Sai dov’è finito il pollo?
B: Mah, il gatto si sta leccando i baffi

Ciò che vi è di sorprendente nei dialoghi sopra riportati è che essi sembrano perfettamente comprensibili: eppure, in entrambi i casi, la risposta di B, presa alla lettera, parrebbe totalmente slegata, non cooperativa, rispetto alla domanda di A.
Il punto, però, è che, in genere, noi non interpretiamo in modo letterale la risposta di B, o, meglio, interpretiamo la risposta letterale di B come se fosse adeguata (cooperativa) rispetto alla domanda di A.

Al riguardo Grice suggerisce che la conversazione sia governata da una serie di massime, le quali sono dirette a garantire un uso efficace ed efficiente della lingua a fini di interazione.
In estrema sintesi, ciò che viene detto è interpretato, ove possibile, come conforme alle massime in questione (almeno ad un certo livello): per mantenere tale assunto di conformità vengono spesso compiute delle inferenze esterne al contenuto letterale delle frasi enunciate, dette ‘implicature conversazionali’.

In altri termini, tutto ciò che diciamo viene interpretato, nei limiti del possibile, in chiave cooperativa, come risposta appropriata al contesto comunicativo: per far questo, però, i nostri interlocutori devono spesso andare oltre il significato convenzionale di ciò che è detto, devono interpretare quello che diciamo in chiave cooperativa, ossia, appunto, come se fosse conforme (almeno ad un certo livello) alle massime conversazionali.

Così nel caso (1) la risposta di B può ritenersi adeguata alla domanda di A in quanto, in tale contesto, l’asserzione ‘È già iniziato il TG regionale’ comunica ‘Non so l’ora esatta in questo momento, ma posso darti un’informazione dalla quale credo che tu possa dedurre approssimativamente l’ora , e cioè È già iniziato il TG regionale’.
Analogamente, nel contesto delineato dal caso (2) la risposta di B può essere intesa come cooperativa in quanto può intendersi come ‘Non so dove sia finito il pollo, ma credo che l’abbia mangiato il gatto, visto che il gatto si sta leccando i baffi’.
Le implicature pertanto sono fondate sia sul contenuto di ciò che è detto sia sulle massime di cooperazione (le quali, a loro volta, sono spesso sensibili al contesto).

La teoria di Grice mi pare costituire un potente strumento di comprensione delle nostre interazioni comunicative quotidiane: mi piacerebbe tentare di riformulare le massine conversazionali in modo da applicarle al discorso normativo (concetto la cui caratterizzazione mi sta succhiando litri di sangue e lacrime) e sondare la possibilità di un loro impiego in ambito giuridico.

Si accettano suggerimenti - e per chiunque fosse interessato ecco la bibliografia provvisoria

6 commenti:

Anonymous ha detto...

La ringrazio per avere incluso il mio articolo. Le interesserà sapere che il mio prossimo articolo 'Belief reports and pragmatic intrusion: the case of null appositives' sarà pubblicato a marzo o aprile da Journal of pragmatics.

Alessandro Capone

Francesca.Poggi ha detto...

A margine. I commenti inseriti dai lettori del blog non possono essere da me corretti o in alcun modo modificati. Posso solo limitarmi a cancellarli.

Anonymous ha detto...

Forse sarà interessata a sapere che il mio articolo 'Are explicatures cancellable?' sta per uscire nel prossimo numero di Journal of Intercultural Pragmatics.

Ma Lei, che è così brava, perchè non scrive qualcosa sul discorso legale, per mandarlo a Jounal of Pragmatics?

A Capone

Francesca.Poggi ha detto...

Grazie mille per l'informazione - non mancherò di leggerlo.
Sto ancora studiando - prima di scrivere, voglio approfondire la parte di filosofia del linguaggio - e purtroppo gli impegni didattici lasciano poco tempo.

Anonymous ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu

Anonymous ha detto...

quello che stavo cercando, grazie