domenica 6 gennaio 2008

contro il doppiaggio



Basta, non ne posso più!

Sarebbe ora che tutti gli appassionati di cinema iniziassero incessantemente a lamentarsi e a creare un serio movimento di opinione contro la pessima abitudine italiana di doppiare i film stranieri (o, per lo meno, certi film).

Per rendersi conto di quanto sia ridicolo, di quanto possa rovinare un film, è sufficiente guardare un'opera italiana (o anche inglese) doppiata in un'altra lingua straniera (ad esempio in spagnolo): raccapricciante! Mi vengono ancora i brividi al ricordo di Marcello Mastroianni doppiato in castigliano in La dolce vita o di Julia Roberts che parla catalano in My best friend's wedding.

Come minimo il doppiaggio distorce la recitazione, rendendo il pubblico incapace di valutare appieno le prestazioni degli attori. E spesso i suoi effetti sono ancora più deleteri.
Due esempi eclatanti.

Babel di Alejandro González Iñárritu. Qui il titolo "parla" da solo: Babel, cioè una babele di culture, di punti di vista, ma anche di lingue (inglese, arabo, spagnolo e giapponese). Una varietà e una confusione di idiomi che, nella versione nostrana, sono andate completamente distrutte, ridicolizzate da doppiatori italiani che tentavano confusamente di scimmiottare l'accento arabo o spagnolo (in quest'ultimo caso mi è sembrato addirittura che lo si facesse con una cadenza veneta).

Il recente Ai confini del Paradiso (Yaşamın Kıyısında) di Fatih Akin: una storia ambientata tra Germania e Turchia, con immigrati turchi di prima e seconda generazione che parlano più o meno agevolmente tedesco e turco. Anche in questo caso l'eterogeneità e le difficoltà linguistiche, che costituiscono una parte integrante della trama, sono completamente perse nel doppiaggio italiano - ma, per lo meno, i doppiatori non si sono cimentati in ardue imitazioni dell'accento turco.
Peraltro il concetto di 'Paradiso' non ha nulla a che fare con la storia così come non ha nulla a che fare con il titolo che, in lingua originale, significa Dall'altra parte. Del resto storpiare i titoli di Fatih Akin è ormai un'abitudine: basti pensare che Gegen die Wand, ossia Contro il muro, è stato distribuito in Italia col titolo La sposa turca!
Ricordo, all'uscita del cinema, un signore un pò perplesso "Mi aspettavo tutt'altro genere di film - diceva - credevo fosse una commediola"

O, ancora, Philip Seymour Hoffman ha studiato a fondo il peculiare modo di parlare di Truman Capote per la sua interpretazione in Truman Capote - In cold blood - uno sforzo artistico che gli spettatori italiani non hanno certo potuto apprezzare.

E ancora: pare che Angelina Jolie per sostenere il ruolo di Mariane Pearl in A mighty Heart, abbia studiato per mesi l'accento della giornatista francese - la doppiatrice, invece, ogni tanto l'accento lo esaspera e ogni tanto se ne dimentica del tutto.

E gli esempi potrebbero moltiplicarsi, ancora, ancora e ancora.

A favore del doppiaggio si sostiene spesso che la distribuzione in lingua originale diminuirebbe sensibilmente i profitti cinematografici, che la maggioranza del pubblico non andrebbe mai a vedere un film non doppiato. Ma forse in Francia si va meno al cinema che in Italia? No, anzi, è vero il contrario.

Certo, le prime volte leggere i sottotitoli può risultare faticoso: ma poi ci si abitua. Senza parlare del fatto che la visione di film in lingua originale potrebbe aiutare a supplire ai noti problemi di noi italiani nel maneggiare gli idiomi stranieri.
Nulla poi vieta un doppio circuito di distribuzione: sia in lingua originale sia con doppiaggio.

Ma ciò richiederebbe uno sforzo che le case distributrici italiane (notoriamente miopi ed inefficienti) non sembrano disposte a compiere e lederebbe gli interessi della lobby dei doppiatori professionisti.





12 commenti:

la vida es bella ha detto...

quanto hai ragione.

Ipernova ha detto...

Mi ha fatto un enorme piacere vedere che questa opinione è condivisa da molti.
Appena il mio Blog avvierà la sottoscrizione da inviare a televisioni e case cinematografiche, il tuo blog verrà prontamente informato.

A presto....

Paz

bamboozled ha detto...

Che vi piaccia o no l'Italia è la nazione che al mondo gode della migliore tradizione e qualità del doppiaggio sia a livello traduttologico ma soprattutto a quello dei doppiatori, che sono dei VERI attori, non come in Francia o in Spagna dove il doppiaggio è concepito come una sorta di elevazione culturale sopra gli altri paesi. Potete criticare quanto vi pare, ma alla fine noi non leggiamo ''Guerra e Pace'' in russo o Banana Yoshimoto in giapponese, quindi, a meno che non si nasce nel nord o nell' est dell'Europa (dove il BILINGUISMO regna in tutti i campi della loro vita e di conseguenza il doppiaggio è inutile) ve lo tenete questo ''pessimo lavoro''. E comunque esistono i DVD ormai quindi ti pigli il tuo bel telecomando e ti vedi il film come piace a te. Ma soprattutto dietro al durissimo lavoro del doppiaggio c'è appunto un MESTIERE, dal dialoghista al sincronizzatore, e allora che fai? senti brad pitt sottotono...sacrilegio!! allora licenziamoli tutti sti deficienti perchè non li sanno dare un carattere? porta rispetto per chi fa un lavoro degno di stima, altrochè gli aspiranti docenti di diritto privato, destinati ormai ad essere patetici e frustrati SUPPLENTI.

Francesca.Poggi ha detto...

Caro bamboozled,
nessuno critica la professionalità dei doppiatori italiani e tutti sono ben consapevoli che il doppiaggio italiano è uno dei migliori al mondo. Il problema è che per apprezzare un film occorre vederlo (a) al cinema e (b) in lingua originale. Intendiamoci: in lingua originale con sottotitoli! ti pare plausibile che si chieda di proiettare un film cinese non sottotitolato? sù, anche nei paesi bilingue i sottotitoli sono fondamentali. Proprio per tale ragione la tua analogia con i romanzi è del tutto fuori luogo: se non sappiamo il russo non possiamo leggere Tolstoj in lingua orginale, ma possiamo ben vedere un film russo in lingua originale con sottotitoli.
Peraltro non si ha nulla in contrario ad un doppio circuito di distribuzione di modo che, anche chi non intende fare lo sforzo minimo di leggere i sottotitoli possa essere accontentato - proprio come accade con i DVD - solo che, sai, per i cinefili fa una bella differenza vedere un film sullo schermo cinematografico o in televisione (ad esempio, la sottoscritta la televisione non ce l'ha e non la rimpiange certo).
Ovviamente anche con il doppio circuito di distribuzione si rischierebbe di creare molta disoccupazione nel mercato dei traduttori - specie perché tutti ben sappiamo che, una volta abituati alla lingua originale, ben difficilmente si riesce più a guardare un film doppiato.
Penso che sia proprio questo che tanto preoccupa gli addetti ai lavori ed è certamente un problema serio che, proprio per questo, richiede una discussione seria e ben argomentato - e non certo toni isterici da adolescente!

zack ha detto...

tra i film rovinati dal doppiaggio, anche La terra degli uomini rossi di Marco Bechis.
http://www.zackspace.net/2008/09/la-terra-degli-uomini-rossi.html

Giuseppe ha detto...

purtroppo ho paura che la stragrande maggioranza del pubblico Italiano non sia pronto per un passo del genere, forse la doppia distribuzione sarebbe un buon test per iniziare.
Qualcuno sa dove/come ci possiamo mobilitare per esporre questo problema in larga scala?

Anonymous ha detto...

Che si mettano d' accordo. All' estero dove generalmente si usano i sottotitoli ho sentito gente invidiarci per il doppiaggio. Il concetto da parte di chi rivendica qui in italia le didascalie è dato dal fatto che non immagina nemmeno lontanamente cosa voglia dire vedersi vita natural durante dei film sottointitolati. Farebbero bene a provare prima di parlare epoi con il tempo rimpiangerebbero il modo tradizionale. Con i sottotitoli gli effetti negativi ci sono, eccome. Per cominciare o si fa attenzione alla scena del film o al contenuto del discorso sottointitolato. Se dai maggior attenzione alle didascalie, ti sfuggono visivamente ampie fescie di frame, e , viceversa se fai più attenzione alle immagini rischi di perdere il contenuto logico di quello che viene detto.Sono d' accordo che certi film doppiati sono stati dei veri e propri obrobri, ma questo non lo si deve attribuire al metodo, bensi a certi adattatori che hanno svolto un lavoro da cani. Noto che però ultimamente e con rammarico due punti molto negativi per quanto riguarda la cinematografia qui in Italia: 1) che molti doppiaggi in questi ultimi anni, visto che sono aumentati il numero dei film che provengono dall' estero, prima di passare per le sale cinematografiche vengono più di qualche volta doppiati in maniera veramente inguardabile e questo perché si è dato spazio a una politica che bada più alla quantità che alla qualità, e 2) che mi sto accorgendo navigando su internet, che moltisse pellicole qui da noi non ci giungono proprio, film magari anche di buona fattura e pare causato dal discorso del doppiaggio in quanto visti gli enormi costi si preferisce ignorarli.

Francesca.Poggi ha detto...

inizialmente anch'io ero convinta che con i sottotitoli fosse difficile seguire contemporaneamente immagini e dialoghi, ma dopo aver visto qualche film in lingua originale, posso assicurare che non è così - certo, un discorso a parte vale per i bambini e altre persone con problemi di lettura: infatti, sono favorevole più che altro ad un doppio circuito di distribuzione. Inoltre, lo ribadisco, col doppiaggio si perde una parte fondamentale della recitazione, della performance degli attori.

Anonymous ha detto...

Ti posso assicurare che ne so qualche cosa dei sottotitoli, perché mia mamma proveniva da un paese dove per trattare i film esteri si usavano i sottotitoli. Tanto per cominciare, almeno per me ma ho sentito pareri diffusi e simili, dopo un buon quarto d' ora di filmato mi cominciano a fare male gli occhi. Esistono lingue, per spiegarmi meglio tipo l' inglese parlate molto velocemente e lo scorrere talvolta discontinuo dei sottotitoli non ti mette nelle condizioni di afferrare il significato della frase. Per secondo il doppiaggio non viene addottato in molti paesi, vedi alcuni stati dell' ex cortina di ferro per un motivo evidente. Rispetto ai sottotitoli viene a costare enormemente di più. In scandinavia lo fanno perché ogni cittadino medio ha un'ottima conoscenza della lingua inglese e sin da piccoli questo lo hanno come seconda lingua madre. In molti casi ci sono stati dei doppiaggi che fanno venire il vomito, però in linea di massima ho assistito a buone interpretazioni. Preferivo alcuni attori e doppiatori del passato perché secondo me più professionisti e molto più partecipanti agli stadi emotivi. Oggi noto che c'è sostanzialmente un regresso in ciò e di questo me ne rammarico.

Anonymous ha detto...

Io ho abitato un certo periodo in inghilterra dove regna il sottotitolo. Premetto che ho un' ottima conoscenza dell' inglese. Gli inglesi come gli americani godono di certi privilegi. Infatti più del 90% dei film trasmessi in TV sono di lingua inglese. Film di altra origine son tutti sottointitolati. Devo staccare un biglietto di congratulazioni a Francesca per le sue considerazioni circa i film sottointitolati. Si ha una visione reale del film, si entra in quella atmosfera e si ha un' esposizione oltre che vera e reale dell' interpretazione degli attori che con il doppiaggio perdi per un buo 70%.

Anonymous ha detto...

Io sono per il doppiaggio.
Ma l'avete sentita la voce di De Niro in originale? E quella di Al Pacino? E quella di Homer Simpson?
Vi posso assicurare che con un bravo doppiatore la recitazione anche di mostri sacri della cinematografia(come quelli più su menzionati) non ne esce svilita ma al contrario viene esaltata. La voce e il pathos del compianto Ferruccio Amndola (Robert De Niro/Al Pacino/ Dustin Hoffman/ Stallone), di Giancarlo Giannini (Al Pacino)sono essi stessi dei capolavori interpretativi che esaltano la recitazione degli attori, conferendo alla stessa uno spessore qualitativo che molto spesso non hanno nella lingua loro originale! Persino due attori comici come terence Hill e bud Spencer sono stati doppiati! ma l'avete mai sentita la voce originale di questi due attori comici? orribile...e vena comica ridotta a zero. Col doppiaggio (benchè appunto attori italiani) è tutta un'altra cosa e certe loro battute hanno acquisito una maggiore vis comica.(che altrimenti non avrebbero avuto). Persino Homer Simpson, lo strampalato protagonista dell'omonimo e famosissimo cartone animato non ha quella vis comica che acquista invece con la voce e il doppiaggio del bravissimo Tonino Accola e stesso discorso dicasi per gli altri personaggi della serie.(e stiamo parlando di un cartone animato). Ma per capire meglio quello che voglio dire basta guardare questi due video su youtube. Sono di un famoso film di Stalio e Ollio,"I Diavoli volanti". La più celebre canzone di Stanlio e Ollio cantata da Alberto Sordi.
Totalmente diversa dall'originale. Io ho sentito la versione originale in inglese e senza offesa è meglio quella italiana...
In basso vi riposto i link delle due due versioni,giudicate voi, ma onestamente. PER ME NON C'E' CONFRONTO. ECCO COSA PUò FARE UN BUON DOPPIAGGIO E UN GRANDE DOPPIATORE (come Albertone, Amendola, Giannini, Ward, ecc...).Perchè doppiare è anche interpretare, senza stravolgere ma esaltando il tutto, atmosfere e recitazioni degli attori, anche riscrivendo l'originale se il risultato del doppiaggio è migliore.
Buona visione 8con onestà...):

Original version:
http://www.youtube.com/watch?v=1iRvx3bzXPg

La versione italiana:
http://www.youtube.com/watch?v=mOkPGfUYMmw

Atlantix ha detto...

La lista dei film devastati dal doppiaggio si allunga: guarda qui
http://atlantix.wordpress.com/2009/11/28/comprategli-un-vocabolario/