domenica 8 novembre 2009

Coe, La famiglia Winshaw

La famiglia Winshaw (1994, titolo originale: What a carve up!, che, non a caso, è anche il titolo originale del film Sette allegri cadaveri) di Jonathan Coe è un autentico capolavoro, che è difficile descrivere nel ristretto spazio di un blog.

E' la storia dei membri di una prestigiosa e potente famiglia britannica - banchieri, politici, critici d'arte, opinionisti, trafficanti d'armi, allevatori intensivi ed industriali - una schiera di mostri: avidi e cinici sciacalli che prosperano nell'Inghilterra thatcheriana così come sempre hanno prosperato, ai danni di tutte le classe meno agiate, ai danni di chiunque si frapponga tra loro e il denaro. E' la storia del loro biografo, Michael Owen, uno scrittore lievemente borderline, ossesionato dal cinema, anzi, da un film in particolare, e con una travagliata storia familiare alle spalle. E' una denuncia sociale sull'egoismo e la miopia delle "classi dirigenti", sui danni provocati dalle riforme sanitarie liberali. E' un giallo ad incastri, stupendamente congegnato. A tratti riesce ad essere esilarante, come un libro comico. Nell'ultima parte, è anche un romanzo horror.

Una struttura narrativa unica, un romanzo dalle molteplici letture, costruito su molteplici livelli impiegando i più diversi registri stilistici. Eppure compatto come un puzzle finito. Pieno di brio. Decisamente il libro più bello che ho letto quest'anno.

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