sabato 23 febbraio 2008

Contro l'oscurantismo cattolico - e le modifiche alla legge n. 194

Sembra incredibile che in questo paese ci siano uomini politici e cittadini comuni che vorrebbero riportarci indietro di 30 anni, eppure è così.

Sulla scia dell'oscurantismo cattolico, sempre più voci si uniscono al coro di quanti vorrebbero modificare (se non abrogare) la legge 22 maggio 1978 n. 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza.

Ferrara fonda la lista pro-life con un programma incentrato sul rifiuto di distribuire anche in Italia la pillola abortiva, Ru486, e l'appoggio ai neonatologi per la tutela sanitaria del neonato malato anche in assenza del consenso genitoriale; La Binetti (Pd) è preoccupata che l'accordo con i radicali possa compromettere i valori cattolici, ossia la lotta contro l'aborto e la sopracitata pillola abortiva; Berlusconi chiede all'ONU di riconoscere il diritto alla vita a partire dal concepimento (ovvero di riconoscere gli ovociti fecondati come soggetti di diritto - sic!), e sono sempre di più quelli che accolgono l'audace analogia ratzingeriana tra pena di morte e aborto (e ce ne vuole di fantasia).

La situazione è surreale e verrebbe da ridire se non fosse che rischiamo sul serio di ritrovarci catapultati in un'epoca mediovale di aborti clandestini e in un incubo post-futuristico di accanimento terapeutico verso feti destinati, nella migliore delle ipotesi, a crescere con malformazioni cerebrali permanenti. Il rifiuto della Ru486 poi è del tutto irrazionale, specie nel quadro della normativa vigente.

A prescindere dalla controversia sulla natura umana o meno dei concepiti (una natura che comunque mi sembra difficilmente configurabile quanto meno rispetto alle prime fasi dello sviluppo embrionale) esiste, a mio giudizio, un argomento forte a favore dell'interruzione di gravidanza.
Nessuno mi può costringere a rimanere fisicamente collegata ad un altro essere umano adulto al fine di tenerlo in vita, neppure se questo essere umano è mio figlio (o un mio genitore o il mio coniuge). Una simile costrizione è vietata giuridicamente dalla normativa attuale ed è moralmente riprovevole, contraria alla libertà di disporre del proprio corpo. Chi vuole proibire l'aborto vorrebbe invece imporre un simile obbligo a favore, non di un soggetto adulto, bensì di un embrione, di un ammasso di cellule ancora non specializzate.

Liberadonna ha lanciato una petizione rivolta a tutti i dirigenti del centro-sinistra affinché inseriscano nei loro programmi elettorali l'impegno a non modificare l'attuale normativa sull'interruzione di gravidanza. Per aderire è sufficiante firmare qui.

2 commenti:

Anonymous ha detto...

sono d'accordo.
e prima di ciò ritengo osceno che un essere umano adulto di sesso maschile si ingerisca in questioni che mai lo riguarderanno in prima persona.
anto

Anonymous ha detto...

quello che stavo cercando, grazie